George Ivanovich Gurdjieff
P. D. Ouspensky
FRAMMENTI di un INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO
Astrolabio Editore
Ricorderemo che l’uomo è costituito da due parti: essenza e personalità.
L’essenza è ciò che è suo.
La personalità è “ciò che non è suo”.
“Ciò che non è suo” significa: ciò che gli è venuto dall’esterno, quello che ha appreso, quello che riflette; tutte le tracce di impressioni esteriori rimaste nella memoria e nelle sensazioni, tutte le parole e tutti i movimenti che gli sono stati insegnati, tutti i sentimenti creati dall’imitazione, tutto questo è “ciò che non è suo”, tutto questo è la personalità.
Dal punto di vista della psicologia ordinaria, la divisione dell’uomo in personalità ed essenza è difficilmente comprensibile. Sarebbe più esatto dire che questa divisione, in psicologia, non esiste del tutto.
Il bambino non ha ancora personalità. Egli è ciò che è realmente.
Egli è essenza.
I suoi desideri, i suoi gusti, ciò che gli piace, che non gli piace, esprimono il suo essere cosi com’è.
Ma allorché interviene ciò che si chiama “educazione”, la personalità comincia a crescere.
La personalità si forma in parte sotto l’azione di influenze intenzionali, vale a dire dell’educazione, e in parte per l’imitazione involontaria degli adulti da parte del bambino.
Nella formazione della personalità, hanno una parte importante anche la “resistenza” del bambino all’ambiente e i suoi sforzi per dissimulare ciò che è “suo”, ciò che è “reale”.
L’essenza è la verità nell’uomo; la personalità è la menzogna.
Ma, man mano che la personalità cresce, l’essenza si manifesta sempre più raramente, sempre più debolmente; sovente l’essenza si arresta nella sua crescita ad un’età molto tenera e non può più crescere.
Accade spesso che lo sviluppo dell’essenza di un uomo adulto, anche di un uomo molto intelligente o, nel senso corrente della parola, molto colto, si sia fermata come sviluppo al livello di un bambino di cinque o sei anni.
Questo significa che tutto ciò che vediamo in quest’uomo, in realtà non è suo.
Ciò che è suo, ciò che gli è proprio, ossia la sua essenza, si manifesta normalmente soltanto nei suoi istinti e nelle sue emozioni più semplici..
In certi casi, tuttavia, l’essenza può crescere parallelamente alla personalità.
Tali casi rappresentano eccezioni rarissime, specialmente nelle condizioni di vita degli uomini colti.
L’essenza ha maggiori possibilità di svilupparsi in uomini che vivono a stretto contatto con la natura, in difficili condizioni, in costante lotta e pericolo.
Ma, come regola generale, la personalità di tali uomini è assai poco sviluppata.
Essi hanno molto di ciò che “è veramente loro”, ma sono quasi del tutto sprovvisti di ciò che “non è loro”, in altri termini, mancano di educazione e di istruzione, mancano di cultura.
La cultura crea la personalità; e nello stesso tempo, essa ne è anche il prodotto il risultato.
Non ci rendiamo conto che tutta la nostra vita, tutto ciò che chiamiamo civiltà, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, sono creazioni della personalità, cioè di tutto ciò che nell’uomo “non è suo”.